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LO SPORT E' VITA 
(progetto contributo economico sportivo per Minori con famiglie in difficoltà economica )

In Italia quasi 2 milioni di Minori  non praticano sport né attività fisica

Quasi 2 milioni di Minori  non praticano sport nè attività fisica, pari al 22,7% della popolazione di 3-17 anni. Elevata la quota di quanti consumano quotidianamente dolci (28,3%), bevande gassate (24,9%) e snack salati (13,8%).

Sono questi alcuni dei dati che emergono dal report dell’Istat 2019 (ultimo aggiornamento effettuato) e se consideriamo che nel 2014 i dati relativi ai Minori  che non praticavano attività sportiva  erano più bassi del 50% possiamo quindi dire che nel corso di questi anni la crescita  di povertà economica che non permette alle famiglie dei Minori  di poter iscrivere il proprio  figlio ad un'attività sportiva è stata esponenziale 

Riassumendo in un concetto numerico breve i  dati Istat  raccolti possiamo confermare che in Italia 1 Minore su 4 non pratica attività sportiva, nella maggior parte dei casi per cause economiche mentre una piccola percentuale (ma grande comunque ) 0.20% per strutture non in regola o fatiscenti.

Nel dettaglio, sono circa 5 milioni 30 mila i Minori di età compresa tra  3-17 anni che praticano nel tempo libero uno o più sport (59,4% della popolazione di riferimento). Il 52,5% lo fa con continuità e il 6,9% saltuariamente. Il 17,1% dei Minori  (circa un milione 450 mila), pur non praticando uno sport, svolge un’attività fisica come passeggiare per almeno due chilometri, nuotare, andare in bicicletta o altro. Tra i Minori  che non praticano sport (1 milione e 950 mila) è particolarmente elevata la quota della fascia di età che va dai 3 ai 5 anni (46,1%).

Nel tempo la pratica sportiva ha coinvolto sempre più persone, soprattutto quella di tipo continuativo che è passata dal 47,1% del 2010-2011 al 52,5% del 2017-2018. L’aumento ha interessato in misura più marcata le Femmine , specialmente nella fascia 3-10 anni (+7,7 punti percentuali).

Un dato che lasciamo per ultimo ma non poco rilevante è il fatto che in famiglie con status socio-economico precario è più alto il tasso di sedentarietà Minorile cioè in queste famiglie è più facile trovare Minori che non effettuano attività sportiva.

Il progetto " Lo sport è vita nasce proprio da alcune domante che il nostro Team Progetti si è fatto e al quale ha cercato di dare risposte.  

Perché lo sport fa bene ai Minori?

“Il corpo dei bambini, così come quello degli adulti, è fatto per muoversi. Favorire fin da piccoli un regolare e moderato programma di allenamento sportivo, quindi, rappresenta un valido aiuto per mantenere l’organismo in forma e in salute. È proprio dai 4-5 anni, infatti, che l’organismo inizia a crescere rapidamente, soprattutto dal punto di vista osseo. È ormai noto, poi, che l’attività sportiva apporta anche un benessere psicologico, ad esempio stimolando la produzione di endorfine, le cosiddette ‘molecole del benessere’, e contribuisce a rafforzare la stima in se stessi e l’equilibrio interno.
Per ultimo, ma non certo per importanza, dedicare tempo al movimento e al gioco in generale tiene il Minore  lontano dai vizi dell’era moderna, come la televisione, il computer e i videogiochi, che in eccesso possono aumentare il rischio di disturbi visivi, di obesità e di isolamento”.

Da che età i piccoli possono iniziare a fare sport?

“L’avviamento all’attività sportiva, salvo particolari situazioni individuali, può iniziare già all’età di 4-5 anni. Naturalmente, però, è importante che fino ai 12-13 anni lo sport sia sempre vissuto come un momento di gioco e di svago, senza alcuna pressione da parte dei genitori e dei tecnici”.

Perché lo sport deve essere preso come un gioco?
“Il Minore  deve durante l’allenamento in club e palestre, ed è importante che segua le proprie preferenze senza forzature; ci sono bambini, infatti, che per carattere o per predisposizione personale preferiscono sport individuali,come il tennis, il nuoto e l’equitazione, e altri che si trovano meglio, invece, negli sport di squadra come la pallacanestro, il calcio e la pallavolo , in oltre cosa molto importante è il fatto che lo aiuta a relazionarsi fin da piccolo con gli altri e a condividere gioie e tristezze ”.

Quale deve essere il ruolo del genitori?
“È un difetto comune a troppi genitori quello di esercitare sui figli un senso di esasperazione nei confronti dell’attività sportiva, spesso per un desiderio di rivalsa personale nel veder realizzare nei propri figli i successi che loro non sono riusciti a ottenere. Un errore che rischia di generare nei piccoli tanta ansia e un esagerato senso dell’agonismo, che va oltre la sana voglia di vincere e di raggiungere il traguardo finale.
Il ruolo dei genitori, quindi, dovrebbe essere quello di ‘partecipe-spettatore’, in grado di condividere con il bambino gioie, successi e insuccessi di ogni allenamento e partita, senza mai sgridare il piccolo perché ha perso o non ha giocato bene, senza dare troppa importanza al risultato dell’incontro o della partita e, soprattutto, incoraggiandolo a non abbattersi e ad avere fiducia in se stesso nonostante un insuccesso. Come per ogni aspetto che riguarda la vita dei bambini, in pratica, mamma e papà devono sempre coltivare il gran dono del ‘dialogo con i figli’, che rappresenta il modo migliore per stare vicini e accompagnare i piccoli nella crescita, anche sportiva”.

Esistono sport più adatti alle femmine e altri ai maschi?
“In linea di massima no. Soprattutto fino ai 12-13 anni, tra Maschi  e Femmine non ci sono particolari differenze tali da preferire un tipo di sport a un altro. L’unica attività sportiva che mi sentirei di sconsigliare, almeno fino all’età adulta, è la boxe. Si tratta, infatti, di uno sport violento, che prevede il contatto fisico diretto con colpi portati per fare male all’avversario e che possono risultare pericolosi. Al contrario, altri sport apparentemente violenti, come il karatè e le arti marziali in genere, sono discipline di difesa, in cui il contatto è quasi assente e permettono di sviluppare il fisico in modo armonico e disciplinare il proprio comportamento con grande rispetto dell’avversario. Uno sport molto completo e consigliabile per l’età della crescita (e per tutte le persone in genere che hanno voglia di praticare attività sportiva con impegno) è il triathlon, la disciplina che unisce tre sport in uno: il nuoto, la bicicletta e la corsa praticati in gara, di seguito senza soluzione di continuità. Si effettua una prima frazione a nuoto, poi si continua passando in una zona cambio con la frazione ciclistica e infine, sempre attraversando una zona cambio, alla frazione di corsa; esistono distanze diverse con durata complessiva che può durare da meno di un’ora fino all’estremo delle 10-11 ore nel cosiddetto ‘Ironman’ (per parteciparvi bisogna essere atleti esperti e molto ben allenati sulle lunghe distanze)”.

Con che frequenza dovrebbe allenarsi il bambino?
“I bambini di norma fanno già tanto movimento e l’aggiunta di un’attività sportiva, quindi, non dovrebbe essere eccessiva. In linea generale, si consigliano di solito 2-3 allenamenti alla settimana di circa 1-1,30 ore ognuno. Non bisogna rischiare di affaticare l’organismo del bambino. Come sempre, la via di mezzo è la cosa migliore”.

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Da qui nasce il progetto  LO SPORT E' VITA rivolto a tutti i minori che voglio fare attività sportiva come ( calcio, danza, basket, ippica ecc..) ma economicamente non possono ecco che tramite un processo di iscrizione al progetto e una fase  di graduatoria interna " AMICI DI DENISE" mette a disposizione da 1 a x Borse sportive annuali.

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